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Durante i quarant’anni di Missione, per esigenza dei tempi e della fase della Missione, al Morè Yisrael Dovid bar Avraham Delle Donne è di volta in volta stato dato un nome nuovo.

Il primo nome, dopo l’unzione sacerdotale la circoncisione e il ghiur come documentato nella scuola del Morè Haim Wenna, è stato “Shlomoh” – Salomone 

Di seguito “Carmine Davide Delle Donne” ed un nome nuovo di cui solo lui conosce il segreto “H YACH MESCRY EL ZERACH-H SHALOM”.

Oggi, come da documento rabbinico della Yeshivà Pirchei Shoshanim che lo riconosce e lo dichiara per tutto Israele, il nome nuovo è “YISRAEL DOVID BAR AVRAHAM DELLE DONNE”

Ebreo.

Per molti un’ingiuria, per molti una benedizione, per tanti altri un enigma.

Dove si trova per la prima volta questo termine? Abramo, il padre, il capostipite, il patriarca riconosciuto sia degli ebrei che dei cristiani che dei musulmani, è stato il primo ad essere chiamato così. Ma perchè? Per chi non crede che la Torah sia stata rivelata a Moshè, non mette conto discutere. Per chi invece crede fermamente che la Legge è da HaShem bisogna capire questo particolare. Etimologicamente la sua radice significa “attraversare, andare oltre, passare attraverso”. Nel caso di Avraham geograficamente è detto che, venendo da Ur, aveva attraversato il fiume, veniva di là dal fiume Eufrate. Ma dobbiamo capire oltre questo. Ad Avraham venne la Redenzione, è detto, quando i regni combatterono fra di loro cioè proprio quando compare il termine “ebreo” per la prima volta nella Torah. E allora qual è il “fiume” che Avraham ha attraversato? Cosa quindi lo definisce come “ebreo”? Avraham è il capostipite, il Patriarca per eccellenza perché alla sua discendenza è promessa la Redenzione, Redenzione che lui ha attraversato e per questo può essere scelto come Patriarca per una moltitudine di nazioni. Il suo esempio è scelto da HaShem per iniziare a poter diffondere per gli uomini l’insegnamento del comportamento, del derech eretz con cui si guadagna la Redenzione. Alla sua discendenza è profetizzata, a tutti i suoi figli, ad una moltitudine di nazioni. Ma ad Avraham, sempre in quel frangente, viene affiancata un’altra figura, non meno enigmatica e fondamentale: il Re di Salem (Gerusalemme) e Sacerdote a Dio Altissimo Melchisedek. Infatti, è lui che benedice HaShem e che benedice Avraham, ed è lui che Avraham riconosce come Sacerdote ed a cui darà la decima di tutto. Non c’è Redenzione senza la santificazione, senza la benedizione, senza la funzione sacerdotale. “E Melchisedek portò pane e vino”.

Adesso, torniamo ad oggi; “Ebreo” chi è?

Uno, legittimamente, potrebbe dire: “Io sono ebreo perché sono discendente da generazioni e generazioni della Tribù di Giuda (o di Beniamino, o di parte di Levi). Questo è storicamente vero. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio. Questo significa dire che non tutti i discendenti di Avraham sono ebrei, ma solo una parte. Vediamo quale, per chi non lo sapesse. Avraham ha avuto come primo figlio Ismaele. Da Ismaele discendono le 12 tribù dei figli di Ismaele ed oggi possiamo dire che questi, per larga parte, sono i popoli arabi e, latu sensu, gli islamici che non a caso riconoscono Avraham come loro padre. Avraham ha avuto Isacco e poi altri sei figli da Keturà che hanno dato vita ad altre popolazioni. Fermandoci ad Isacco, questi ha generato Esaù e Giacobbe. Esaù è considerato il capostipite di numerosi popoli e in genere viene fatto coincidere con la galassia di popoli e nazioni che si riconoscono nelle forme del cristianesimo. Giacobbe, chiamato Israele, ha generato dodici figli per altrettante tribù, ma solo due, quella di Giuda e quella di Beniamino con elementi di quella di Levi, sono rimaste dopo il regno di Re Salomone. Le altre dieci si sono “perse”. Ancora, tutti gli eventi storici dalla distruzione del primo Tempio alla Shoah dei giorni nostri hanno assottigliato per tante ragioni anche gli appartenenti a queste due sopravvissute tribù. Quindi “ebreo” secondo una definizione che si è imposta nella storia, è una rimanenza di una piccola parte della discendenza di Avraham. Non quindi una moltitudine di nazioni? Sembrerebbe. Ma accettiamo questa idea, confortata da una lunga dottrina e che sembrerebbe fondarsi sulla stessa Torah. Ma perché il popolo d’Israele? Quale ne è la ragione nel Disegno Divino? “Popolo eletto”, “Popolo di sacerdoti”, “Popolo di giusti”, così troviamo scritto a proposito del “Popolo di HaShem”, degli ebrei. Quella che è la funzione precipua di Israele nel Piano Divino sull’umanità è essere eletto come “sacerdote”, cioè con il compito di insegnare agli altri popoli le vie del Signore e svolgere i riti sacerdotali a beneficio dell’umanità. Tutto questo sembra arrivare a compimento con la costruzione e l’utilizzo del Tempio di Gerusalemme costruito da Re Salomone; lì venivano svolti i riti comandati da HaShem. Tutto il servizio di Israele si basa sul Tempio. Tutto ciò che oggi siamo abituati a vedere nella liturgia ebraica si basa ancor oggi sul Tempio. Tutto il rito sinagogale altro non è se non un simulacro di ciò che avveniva nel Tempio. Ma oggi, e da oramai duemila anni, il Tempio non c’è. I rabbini non sono dei sacerdoti. I rabbini sono solo quelli che, meritoriamente studiando, si sono assunti la responsabilità di guidare il resto del loro popolo. I Rabbini hanno sostituito i sacrifici nel Tempio con le preghiere e la penitenza, hanno formalizzato la liturgia secondo una trasposizione dei riti del Tempio e ai leviti e ai choen (i sacerdoti, i discendenti di Aronne) non è rimasto altro che la cortesia di leggere per primi la porzione di Torah settimanale nelle sinagoghe e poco altro. La funzione sacerdotale di Israele non è che non venga esercitata, semplicemente, allo stato, non può più essere esercitata: sostanzialmente non esiste più da duemila anni. E i rabbini non hanno idea di come possa essere restituita ad Israele la sua funzione sacerdotale, la sua ragione d’essere.

Può quindi essere questo l’essere “Ebreo” come Avraham?

Molti “ebrei” nella carne oggi pensano di si. Ed è questo sprofondo che orgogliosamente, arrogantemente e ciecamente i vari “difensori della purezza ebraica” vogliono difendere.

E allora … PREGO, ACCOMODATEVI!

A voi: se credete di difendere la vostra storia con il rivendicare orgogliosamente la vostra punizione, l’essere stati svuotati della vostra ragion d’essere, accomodatevi! Ma sappiate che così non avete oggi diritto di parlare per la Redenzione, non avete diritto di parlare per Avraham, non avete diritto di parlare come sacerdoti, non avete diritto di parlare per altro che non siate voi stessi, guide cieche! Continuate a darvi ragione fra di voi, diminuite sempre più e infine liberate la terra dalla vostra cieca arroganza che nasconde il vostro peggior interesse.

Se, invece, siete consapevoli che la storia dei figli di Giacobbe, di Israele, è una storia che deve fare da insegnamento all’umanità e siete coscienti che non potete definirla voi perchè vi è chiaro, nell’intimo del vostro cuore, che “quando arriverà il Maschiach spiegherà ogni cosa” di ciò che finora non si è potuto comprendere, allora continuate a leggere perchè questa buona novella è per voi.

La Missione Messianica ha il dovere di rimproverare il Popolo d’Israele per la sua iniquità e per il suo peccato. Chi è quest’uomo che oggi si mette sulle orme di Yeshua per rimproverare i Rabbini, i Dottori della Legge e tutte le categorie insieme senza temere “Ancora un po’ e mi lapideranno!”

Parlerò con autorità e non con malalingua che Dio mi salvi sul popolo di Dio, Benedetto Egli Sia, poiché “Tutto il Tuo popolo sono dei Giusti”. Perciò tutto ciò che dico è verità: anche ai giusti devo spiegare la questione e persino i Giusti Nascosti aspettano con ansia le spiegazioni. Questo perché la loro conoscenza è al livello della Santità superiore, dove è proibito parlare o scrivere. Perciò il loro pensiero sacro non raggiunge la terra. Soltanto il Sacerdote Unto, il Re Maschiach nell’autorizzazione del Profeta Elia, tiene le chiavi per far scendere la comprensione a linguaggio parlato e scritto, in accordo con la tradizione.

Le vie di HaShem non sono le vie degli uomini ed i Suoi pensieri non sono i pensieri degli uomini. Ma quando Iddio Altissimo parla, per i Segni, per bocca dei Suoi Profeti, o in qualsiasi altro modo Egli voglia, è nostro dovere ascoltare la Sua parola e cercare in umiltà, sull’esempio di Mosè, di comprenderla e seguirla nel migliore dei modi.

Sono anni e anni che cerchiamo il modo di portare al mondo una Rivelazione che riceviamo costantemente. Visioni, sogni profetici, Segni che si verificano continuamente e ci guidano nel cercare di comprendere la Volontà di HaShem, il Suo Disegno.

Tutto nasce, per me, Yisrael Dovid bar Avraham Delle Donne quando un ebreo, che non conoscevo e che non ho cercato, mi incontra al mio paese e inizia a scrivere su di me ed a fare con me dei riti, dei Segni di cui non comprendevo allora il significato. Lui riconosce in me un’Anima particolare e scrive di suo pugno che sono un sacerdote con una Missione su di me. Io non mi curavo di religione a quel tempo ma sento dentro di me di acconsentire ai suoi segni su di me. Sento di acconsentire quando mi fa entrare nel fiume completamente nudo per sette immersioni. Sento di acconsentire quando mi chiede di fare la circoncisione. Sento di acconsentire quando mi unge completamente con un corno pieno d’olio facendomi salire su una pelle di capretto portato da Ebron, dalla tomba dei Patriarchi, e mettendo settanta pietre ai miei piedi. Non capivo, ma sentivo di acconsentire a questo. Poi mi chiede di studiare con il suo gruppo per sette anni a Milano, il gruppo di studio del Morè Haim Wenna di San’a dello Yemen. Poi, sento che questo periodo con lui è terminato e le nostre strade si devono separare. Inizio quella che avrei scoperto essere la mia Missione. Io non mi sono scelto, mai. Non avevo idea che il mio percorso dovesse avere a che fare con la religione e men che meno con Israele, con il popolo ebraico. Vivevo sereno la mia vita con la mia famiglia ed il mio lavoro. Ma ho dovuto rendermi conto, accettare, che il mio percorso fosse un altro. Non vi parlerò di anima, di visioni o di sogni, di studio nella Camera della Responsabilità. Tante volte l’ho già detto e scritto e tutto è fin dal primo momento a disposizione di chiunque perchè all’inizio mi fu detto “Questa volta metti tutto per iscritto affinché nulla sia falsificato” e così ho fatto. Voglio dirvi invece che nessuno, in questa generazione, può arrogarsi il diritto di credere di avere in tasca la verità. Nessuno. E questo i responsabili religiosi lo sanno, e lo sanno molto bene. Solo, sono chiusi nella loro visione delle cose, in quello che i loro maestri gli hanno insegnato a credere e temono di uscirne per mille ragioni. Ma questa non è una vera conoscenza, è solo un recinto costruito per proteggere i fedeli da quello che i loro maestri conoscevano e credevano come errore, peccato, da evitare. E magari, per ulteriore protezione, i confini di questi recinti sono stati stretti sempre più e così, alla fine, si è persa anche la ragione dello stesso recinto e si segue la regola, il costume, per pura obbedienza alla tradizione. HaShem è il Dio della Vita e la vita si rinnova in continuo. E così anche le tradizioni, ad un certo punto della storia, possono trovarsi ad indicare una via sbagliata. “I Miei pensieri non sono i vostri pensieri e le Mie vie non sono le vostre vie”. Facciamo un esempio concreto. Il nome di Yeshua, Gesù di Nazareth, non si pronuncia nel campo ebraico. Questo per due ragioni principali. La prima è che il cristianesimo ha fatto di un uomo un dio e quindi l’ebreo osservante non pronuncia il nome di una divinità idolatra. Il secondo è che su quel nome, su quell’uomo, è stato posto l’anatema, Dio ci salvi, nel campo ebraico. Questo ha un senso all’inizio del cristianesimo. Il popolo ebraico viene disperso e man mano si impone il cristianesimo che associa ad un uomo, Yeshua, la qualifica di divinità, Dio ci salvi. Lo stesso cristianesimo che si renderà colpevole nei secoli di voler sostituirsi ad Israele come Popolo di Dio e da cui sono arrivati a più riprese i tentativi di distruzione, annientamento, come nella Shoah. Fino a quando, dai cristiani, si continuerà a non voler vedere l’assurdità di aver fatto di un uomo un dio, appropriandosi in modi sbagliati di termini ebraici che tutt’altro significano, questo purtroppo continuerebbe ad avere un senso. Ma se oggi, grazie ad una Rivelazione dal Cielo, HaShem manda la comprensione sul quel passaggio storico indicando chiaramente che Yeshua mai si è deificato e mai intendeva creare una nuova religione al di fuori dei confini della Legge portata da Mosè, non dovremmo riconsiderare questa tradizione? Non dovremmo rivedere, da un punto di vista ebraico, di insegnamento ebraico, le sue parole e le sue opere? Certamente si. Allora scopriremmo che il Salmo 110 si è verificato, che realmente HaShem ha posto i suoi nemici, i nemici di Yeshua, gli idolatri, a scanno dei suoi piedi e domina nel mezzo dei suoi nemici. Le parole della Redenzione sono semplici, devono arrivare a tutti. I raggiramenti, i paroloni, sono della parte opposta. Non così semplici sono invece le parole della Rivelazione. La Rivelazione ha un linguaggio molto diverso da quello comune, si esprime per immagini che racchiudono molti livelli insieme e spesso non sono comprensibili se non solo quando si verificano.

Essere “Ebreo”, quindi, è essere parte del Popolo di HaShem: non basta appartenere ad una tradizione o ad un popolo o ad un’etnia ma bisogna volere la Redenzione di HaShem e conoscere la strada da seguire per attraversare il Fiume della Redenzione.

Avraham è stato scelto perché la sua discendenza, tutta la sua discendenza, lo attraversasse. Ma Iddio Altissimo per permettere ad Avraham la Redenzione lo ha posto davanti a Melchisedek perché questi, il Suo Sacerdote, formulasse su di lui la benedizione e perchè Melchisedek venisse da Avraham riconosciuto come Sacerdote, come colui che è stato formato per chiedere la benedizione e la santificazione ad HaShem, e deve essere riconosciuto in questo ruolo con la decima perchè la benedizione sia completa. Bisogna quindi che Avraham riconosca Melchisedek nel suo ruolo. È un passaggio fondamentale della Redenzione: Avraham che riconosce il ruolo di Re e Sacerdote a Dio Altissimo di Melchisedek. Senza questo passaggio, Dio ci salvi, non c’è Redenzione per Avraham e la sua discendenza. Non è solo Israele, gli ebrei nella carne di oggi, che deve fare questo passaggio. Ricordatevi che oggi Israele altro non è che ciò che rimane del popolo d’Israele, una piccola parte delle dodici tribù originarie. E queste dodici tribù, meglio le dieci tribù che non troviamo oggi, non si sono “perse”. Esistono, oggi, e sono nel campo cristiano! Non sanno di essere delle anime delle dodici tribù dei figli d’Israele ma basta poco per risvegliarle: a loro basta ascoltare la storia del Popolo d’Israele, partecipare ad uno shabbat, anche solo guardare degli oggetti della tradizione ebraica e sentono dentro un’emozione che non sanno decifrare e che spesso si risolve in pianto. È l’anima che parla, che sente.

Perché parlo del campo ebraico e cristiano e non anche di quello islamico o altri? Perchè in questi due campi, che come anime fanno riferimento diretto a Giacobbe, ad Israele, è contenuta, profeticamente, la linea Messianica. Significa che sono loro che possono e devono riconoscere il Maschiach. Basta chiamarsi o farsi chiamare “Messia” perché si venga riconosciuti, Dio ci salvi? C’è un grande equilibrio nel modo in cui HaShem ha stabilito che questo debba avvenire. Ricordate, specialmente nel campo cristiano ma lo stesso vale per il campo ebraico, le parole “Lo riconoscerete dai frutti che porta”? Quella è la chiave. Qualcosa di concreto, verificabile. E quali sono i “frutti”? cosa dovrà fare il Maschiach? Due cose fondamentali: Riedificare Gerusalemme con la Ricostruzione del Terzo Tempio e Riunificare le tribù di Israele sotto il Regno del discendente di Re David. Dovrà quindi essere nuovamente il Re e Sacerdote a Dio Altissimo. Colui al quale Giuda dovrà lasciare lo scettro del comando, in accordo con la sua benedizione.

Nessun campo religioso può chiamarsi fuori dalla storia. E se non ci fossero state le cadute, i peccati, gli orrori di tutti i campi, di tutti i popoli e di tutte le religioni, oggi potrebbe esserci qualcuno che potrebbe dire: “Io non ho bisogno della purificazione, non ho bisogno della Redenzione, non ho bisogno, alla fin fine, della grazia di HaShem”, Dio ci salvi. E invece HaShem ci ha fatto essere uomini, ci ha posto dinanzi il bene ed il male e ha permesso la storia perché non potessimo oggi dire “io non avrei fatto questo errore”. Tutti abbiamo peccato, ad ogni livello. Ma HaShem, nella Sua infinita saggezza, ci ha racchiusi tutti nel peccato per poi utilizzare la grazia con tutti. E la grazia viene dopo il riconoscimento dei propri errori, non può essere accordata prima, non servirebbe. Gli uomini hanno bisogno di comprendere i propri errori per emendarli, sia quelli personali che quelli collettivi. E questo passa sempre per un esercizio di umiltà, di riconoscimento della nostra finitezza e della nostra pochezza nei confronti del Disegno Divino. Passa attraverso il riconoscere la Volontà di HaShem e volerla mettere in pratica. Bisogna guadagnare il merito. Ed oggi, in questo periodo che possiamo chiamare la “Fine dei tempi”, cioè il periodo Messianico e Redenzionale, il periodo che inaugura ”L’Aldilà”, i nuovi tempi, questo gesto personale e collettivo di umiltà deve essere compiuto. E deve essere compiuto iniziando da coloro i quali hanno la responsabilità della linea Messianica, dalle dodici tribù dei figli d’Israele, dai cristiani e dagli ebrei. Tutto Israele deve essere redento. Il male deve essere estirpato dal popolo e la luce che aprirà gli occhi, quella davanti alla quale ogni ebreo dirà “Questa è la luce di HaShem che abbiamo atteso da sempre”, sarà riconosciuta. La luce la porta sempre la stessa anima: l’anima del Maschiach. Il termine Maschiach, Messia, nei secoli è stato misinterpretato, confuso e stravolto. Il Maschiach è colui che porta un Messaggio Divino, un uomo che ha questa Missione su di sé. Alla fine dei tempi, quando dovrà realizzare la Riedificazione di Gerusalemme, la Ricostruzione del Terzo Tempio e la Riunificazione delle tribù d’Israele sarà evidente che è lui che è Re e Sacerdote. La sua anima è sempre la stessa, è l’anima del Re di Salem e Sacerdote a Dio Altissimo. È lui lo Scelto, chiamato da HaShem per benedire Avraham, tutta la sua famiglia, tutta la sua discendenza. Senza la sua benedizione non c’è Redenzione. Ma bisogna riconoscerlo nel suo ruolo perché ciò sia benedetto da Ha Kadosh Baruch Hu, perché senza la Benedizione di HaShem tutto è vano.

Può, da solo, un uomo riedificare sulla conoscenza del Dio Uno Gerusalemme? Può, da solo, un uomo erigere il Terzo Tempio di Gerusalemme? Può, da solo, un uomo riunificare le dodici tribù dei figli d’Israele? Non si cada nell’errore dei “figli delle pietre” di Giovanni il Battista, di qualcosa che Iddio Altissimo farebbe al di fuori delle regole che Egli stesso ha imposto alla Sua natura per amore di fare un miracolo. HaShem vuole la grazia per tutti, ma solo dopo che ognuno ha compreso il proprio errore: prima non servirebbe. E l’errore per tutto Israele è il nodo centrale della sua storia: l’anima e la storia di Yeshua, Gesù di Nazareth. Agli ebrei nella carne oggi dico: “Riprendete con voi il vostro fratello ebreo”. Ai cristiani dico: “Yeshua è un uomo ebreo, nato secondo natura in Israele, vissuto da ebreo osservante in Israele e morto in Israele che ha sempre e solo seguito tutta la Legge portata da Mosè. Siate umili nella verità di Yeshua.” Se inizierete a fare questo la Verità di HaShem vi porterà a capire il Suo Meraviglioso Disegno, passo dopo passo. Se non vorrete, in umiltà, considerare le mie parole, sappiate che avete scelto voi la vostra strada.

Io non sapevo nulla di tutto ciò che oggi posso scrivere e dire. La mia anima è stata risvegliata alle sue radici da un’antichissima conoscenza ebraica riservata agli Uomini dell’Ascesa ed oggi posso parlare di questo, essendo sicuro che è verità, perché non è da me che parlo. Non sapevo, ed ora so, di essere un Sacerdote. Non sapevo, ed ora so, di dover essere una guida per Israele e le Nazioni. Non lo sapevo. E non ho accettato questo mio compito senza prima chiedere e chiedermi, verificare, cercare di capire. Ma alla fine non sono più sfuggito alla Volontà di HaShem su di me.

È questo che mi dà la forza per poter dire, in tutta la sua meravigliosa e terribile verità che Io, Yisrael Dovid bar Avraham Delle Donne, ho attraversato il Fiume della Redenzione. Io sono il Sacerdote Unto della Casa di Preghiera per Tutti i Popoli, l’Unto di HaKadosh Baruch Hu, יהוה HaShem secondo l’Ordine e nella purezza in anima corpo e spirito di Melchisedek, l’unico ad essere chiamato nella purezza del suo termine “EBREO”, lo Scelto per prendere la decima da Avraham.

Io potrò distruggere il seme di Amalek, la mancanza del timor di Dio, da Israele e tutta l’Umanità quando, in umiltà, i Segni con i quali mi presento ad Israele e le Nazioni verranno riconosciuti. Non abbiate paura, Iddio non manda il Suo Unto per condannare il mondo ma perchè, attraverso di lui, il mondo sia salvato nella Nuova Sinagoga Universale, nella Nuova Chiesa Universale e nella Nuova Moschea Universale nella Casa di Preghiera per tutti i popoli per poter, tutti insieme, salire al Terzo Tempio in Gerusalemme.


La Nuova Chiesa Universale non è un’aggregazione delle molteplici forme che il Cristianesimo, dai cattolici agli ortodossi dagli evangelici ai protestanti solo per citarne i più numerosi, ha assunto nel corso dei millenni. La Nuova Chiesa Universale è il luogo nel quale coloro i quali credono negli insegnamenti di Yeshua ne imparino a riconoscere e condividere correttamente il pensiero e le intenzioni nel contesto messianico in cui si trovava. Ed è lecito che i padri della Chiesa, di tutte le chiese, a questa affermazione chiedano: “Da millenni interpretiamo le parole dei Vangeli, degli Atti, dell’Apocalisse in accordo con le scritture, come mai ci dici oggi che dobbiamo imparare a riconoscere il pensiero di Yeshua?”. Lo dico perché è verità e devo dirvela e può essere sufficiente capire questo passaggio di Matteo per rendersi conto della realtà di ciò che affermo.

Infatti, a chi si rivolgeva Yeshua quando diceva in Matteo 7, 21 – 27:

“Non chiunque mi dice: “Signore! Signore!” entrerà nel regno dei cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore! Signore! Non abbiamo noi profetato in tuo nome? Non abbiamo cacciato i demoni in nome tuo? E non abbiamo nel tuo nome fatto molti prodigi? Ma allora dirò ad essi apertamente: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me voi che avete commesso l’iniquità. Pertanto, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo prudente, che ha fondato la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e imperversarono contro quella casa, ma essa non rovinò, perché era fondata sulla roccia. Ma chi ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile ad un uomo stolto, che edificò la sua casa sopra l’arena. Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti, imperversarono contro quella casa, ed essa crollò, e fu grande la sua rovina.”

A voi la domanda: Chi ha fatto a nome di Yeshua, Gesù di Nazareth, in tutti questi secoli? Forse gli Ebrei? Forse gli Islamici? Forse qualsiasi altra forma di religione che non sia il Cristianesimo? No. Solo il Cristianesimo ha fatto a nome di Yeshua. Solo il Cristianesimo ha profetato a suo nome. Solo il Cristianesimo ha fatto molti prodigi a nome suo, ha scacciato demoni a suo nome ed ha operato miracoli a nome suo. Solo il Cristianesimo, nessun altro. E allora è chiaro, senza raggiramenti, che è al nascente Cristianesimo che Yeshua si rivolgeva profeticamente. Ed avvisava anche, ammoniva di considerare la base solida, la roccia, per costruire. E la roccia, la base solida per il campo ebraico (perché Yeshua era ebreo, non dimenticatelo) è sempre la Legge portata da Mosè. Yeshua avvisava, ammoniva a costruire sulla base della Torah. Ma certo il Cristianesimo non lo ha fatto ed ha commesso l’iniquità. Qual è questa iniquità? Non solo uscire dalla Legge ma addirittura porre la stessa anima di Yeshua in grave imbarazzo davanti al Creatore facendo di lui, un uomo, un dio e prestandogli culto, Dio ci salvi. Qualcuno nel Cristianesimo può dire il contrario? Può affermare sinceramente che non si è usciti dal Secondo Comandamento facendo culto a tutto il pantheon cristiano di trinità, santi, madonne, statue, processioni, immagini sacre e chi più ne ha più ne metta?

Tutto questo ha portato grandi sofferenze all’anima di Yeshua, come descritto dal Profeta Isaia 53; 11-12:

“Dopo le sofferenze dell’anima sua egli vedrà la luce e tale visione lo ricolmerà di gioia. Il giusto, Mio servo, con le sue pene giustificherà delle moltitudini e prenderà sopra di sé le loro iniquità. Perciò gli darò in eredità i popoli e riceverà come bottino genti infinite, perché consegnò la sua vita alla morte, e fu annoverato fra i malfattori, egli che tolse i peccati di molti e si fece intercessore per i peccatori”

“Dopo le sofferenze dell’anima sua” significa esattamente quello che è stato fatto alla sua anima, rendendogli un culto idolatro per duemila anni, mentre Yeshua era un uomo ebreo timorato di HaShem. Forse molti nel campo cristiano non considerano questo aspetto e immaginano di aver aumentato l’onore di Yeshua, Dio ci salvi, rendendogli culto. Ma questo è direttamente ed assolutamente vietato dal Secondo Comandamento, quello scritto per intero in Esodo e non la sua vulgata, errata, adottata per comodo dalla cristianità.

Esodo 20, 3 – 6: “Non avrai altri dei al Mio cospetto. Non ti farai alcuna scultura né immagine qualsiasi di tutto quanto esiste in cielo al di sopra o in terra al di sotto o nelle acque al di sotto della terra. Non ti prostrare loro e non adorarli poiché Io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che Mi odiano. E che uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che Mi amano e che osservano i Miei precetti.”

Per questo Yeshua dice: “Io non vi ho mai conosciuti”. Si, proprio ai cristiani è rivolta questa correzione, a coloro i quali credono che esistano altri dei al di fuori di HaShem, Dio ci salvi. Yeshua, da ebreo, non può conoscere questa idolatria e non può conoscere (né essere conosciuto) da uomini che lo considerino come una divinità, Dio ci salvi. Dal momento che Paolo di Tarso, dopo il Primo Concilio di Gerusalemme, ha introdotto gli elementi di quella che, in realtà, è stata la sua dottrina inquinando il messaggio originario di Yeshua, tutti i movimenti cristiani che sono venuti alla luce hanno necessariamente questo grave errore di fondo. “Da una base falsa non può che scaturire falsità”. Errore che è stato inevitabile perché facente parte del Disegno Divino di racchiudere tutti nella disobbedienza per poi usare la grazia con tutti. Ma ciò non toglie che è e rimane un grave errore, da purificare. Ogni forma del cristianesimo, nonostante le varie e molteplici e talvolta completamente diverse specificazioni che ha assunto, deve purificarsi da questo errore. Ci troviamo nel momento, profetizzato sempre da Yeshua, della famosa zizzania. Di cosa avvertiva in quella parabola? Avvisava che negli insegnamenti che sarebbero stati portati al mondo si era infiltrata una radice maligna e che non era il caso di distruggere il campo per questo solo fatto: si sarebbe distrutto tutto il raccolto. Sarebbe bastato tenere a mente questo ed aspettare la maturazione: lì non si sarebbe potuto più confondere fra il grano che era stato piantato a beneficio degli uomini e la zizzania che sarebbe stata separata e destinata alla distruzione. Questo è il momento in cui ci troviamo, la separazione fra grano e zizzania. Con il Primo Concilio di Gerusalemme Paolo di Tarso ha imposto la sua linea, una linea di apertura al mondo, di uscita della Missione per gli altri popoli. Per far questo ha compreso che non si poteva chiedere alle nazioni immerse nell’idolatria di aderire tout court all’ebraismo: non sarebbe stato possibile e la Missione si sarebbe fermata dopo poco tempo. Invece, ed avvisa di questo nella Lettera ai Romani, capisce che Israele aveva sbagliato verso la Missione di Yeshua non riconoscendola ma sa bene che non ci sarà Redenzione senza Israele. Perciò, da allora e sia pur con tutti gli errori che lui stesso ha portato nella dottrina, dichiara che la cecità di Israele è solo momentanea verso Yeshua e che le genti che avrebbero aderito al cristianesimo nascente non avrebbero dovuto immaginarsi superiori ad Israele in quanto HaShem aveva appunto racchiuso tutti nella disobbedienza per usare la grazia con tutti.

Quindi, oggi, dall’interno del cristianesimo nessuno, sia per ragioni storiche che soprattutto per ragioni dottrinarie, può dire di poter indicare la strada agli altri. Ed allora ci si trova nel momento in cui bisogna ripercorrere a ritroso la strada: il grano è maturo, in tutto il campo cristiano e va separata la zizzania. Spesso, ed a ragione, la zizzania è stata identificata come la discordia. Possiamo negare che ci sia fra le correnti del cristianesimo? Accettiamo di guardare in viso la verità e dichiariamo che da una stessa base e da uno stesso errore si sono diramate molte correnti, ognuna pronta a credere solo nella sua verità ma non nella verità dell’altro e, soprattutto, nessuna capace di cogliere la verità delle parole di Yeshua.

Serve quindi un nuovo ed universale Secondo Concilio di Gerusalemme che sia guidato dalla Luce di HaShem per riportare la pecora smarrita e la moltitudine mista sulla strada del Sinai, in accordo con le parole e gli insegnamenti di Yeshua.

Per arrivare alla Redenzione è necessario, come detto, meritarla. Ed è necessario il riconoscimento della Volontà di HaShem. Io, Yisrael Dovid bar Avraham Delle Donne, porto a voi l’ammonimento di riunire tutto il campo cristiano nel Secondo Concilio di Gerusalemme per emendare, tutti insieme, gli errori che vi sono entrati nei millenni. Solo con il merito davanti ad HaShem di una vera volontà di fratellanza e di redenzione attuata con atti concreti si apre la strada per la Riedificazione e la Riunificazione fra tutti i figli di Avraham. La Nuova Chiesa Universale è e sarà il luogo puro per racchiudere il Cristianesimo Purificato della Quarta Generazione Illuminata.

Attraversate con me il Fiume della Redenzione e che siate redenti!

Oggi posso dirvi, con tutto il mio cuore, SHALOM!

Baruch HaShem

YISRAEL DOVID BAR AVRAHAM DELLE DONNE


  VII – Cancello: è il Cancello della Pace.

Isaia 11; 6, 10

“Uscirà un ramo dal tronco di Isciài, e un rampollo spunterà dalle sue radici; e si poserà su di lui lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di discernimento, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timor di Dio. Gli concederà la grazia del timor di Dio; non giudicherà secondo quello che vedono i suoi occhi, né deciderà secondo quanto odono i suoi orecchi; egli giudicherà con giustizia i miseri, e deciderà con dirittura a favore degli umili della terra, colpirà la terra con la verga della sua bocca, e con il soffio delle sue labbra farà morire l’empio. Sarà la giustizia cintura dei suoi lombi, e la rettitudine cintura dei suoi fianchi.

Allora dimorerà il lupo con l’agnello; si coricherà il leopardo con il capretto, e il vitello e il leone staranno assieme, e un piccolo ragazzo li guiderà. La mucca e l’orso pascoleranno, assieme giaceranno i loro piccoli; e il leone come il bue mangerà paglia, e giocherà il poppante sul covo dell’aspide, e sulla tana del basilisco il lattante svezzato. Non faranno male né guasteranno su tutto il Mio monte santo poiché sarà piena la terra di conoscenza del Signore, come le acque coprono il fondo del mare. In quel giorno la stirpe di Isciài si ergerà a vessillo dei popoli, la cercheranno le nazioni e la sua quiete sarà onore.”



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